RECUPERO CREDITI GIUDIZIALE: COSA SAPERE E COSA FARE

Può capitare a tutti di avere un credito, cioè avanzare una somma di denaro da qualcuno ed essere costretti al recupero crediti giudiziale perché il debitore non vuole pagare.

Quando una persona non vuole pagare spontaneamente il suo debito è necessario rivolgersi ad un Giudice, con l’aiuto di un avvocato, per procedere con il recupero giudiziale del credito.

Non si può agire da soli (pedinando il debitore, aspettandolo sotto casa, minacciandolo oppure picchiandolo) perché così facendo si commettono dei reati.

Per procedere al recupero crediti giudiziale è necessario fornire la prova del proprio credito.

La prova del credito

Per provare il credito serve esibire una fattura e il registro fiscale, dove questa è contenuta.

Di solito un’azienda o un artigiano hanno la fattura che dimostra:

  • quale il bene e/o il servizio acquistato.
  • quando è stato fatto l’acquisto.
  • quale prezzo aveva il bene e/o il servizio.

La fattura è un documento necessario, ma da solo non basta per procedere con il recupero giudiziale di un credito.
Oltre alla fattura bisogna presentare anche copia del registro fiscale in cui è stata registrata la fattura: questo registro di solito è tenuto dal commercialista.
Con l’avvento della fattura elettronica la documentazione dovrà essere fornita in formato elettronico.

Un altro documento utile a provare il credito è:

  • la dichiarazione firmata dal debitore che riconosce di debito e si impegna a restituire la somma.

Il Recupero Crediti Giudiziale

Le prove del credito devono essere portate all’attenzione di un Giudice, il quale le valuta e verifica se è possibile emettere un Decreto Ingiuntivo.

In questo video vi spiego cos’è un decreto ingiuntivo: https://www.pavangirotto.eu/news/il-decreto-ingiuntivo-cosa-sapere/

Una volta ottenuto il Decreto Ingiuntivo questo va notificato, cioè comunicato al debitore, che nei successivi 40 giorni, ma esistono anche casi in cui il termine è inferiore, potrà fare 3 cose:

1. Il debitore paga il proprio debito

Per chiudere la vertenza il debitore deve restituire la somma dovuta e anche le spese sostenute per l’azione del recupero credito giudiziale.

2. Il debitore contesta le prove indicate nel decreto Ingiuntivo

E’ necessario fare un vero e proprio processo davanti ad un Giudice per dimostrare che si ha diritto al pagamento della somma. Al termine del processo il Giudice emette una sentenza in cui stabilisce chi ha torto e chi ragione: cioè se il debitore deve o meno pagare la somma richiesta.
Se condannato il debitore dovrà pagare anche tutte le spese sostenute dal creditore per il processo.

3. Il debitore non paga il debito e non contesta le prove indicate nel decreto Ingiuntivo

In questo caso si può procedere con varie azioni esecutive come:

  • pignoramento del conto corrente del debitore, anche se è cointestato. Lo spiego in questo articolo:https://www.pavangirotto.eu/news/conto-corrente-cointestato-pignorato/
  • pignoramento dello stipendio e/o della pensione del debitore;
  • pignoramento dei beni mobili (computer, auto, attrezzature, ecc.) del debitore;
  • pignoramento della casa del debitore;

La scelta del tipo di azione esecutiva dipende dalle condizioni economiche del debitore e dalla presenza o meno di altre esecuzioni in corso.

Per analizzare il Vostro caso concreto, potete contattare l’avv. Francesco Pavan ai recapiti dello Studio.

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